Zeno Mag | La coscienza del vino

Giugno 2024

Trento DOC Riserva Benazzoli Fulvio 2019, Benazzoli

Un trentino di origine a Verona

Trento DOC Riserva Benazzoli Fulvio 2019, Benazzoli

Pensato e frutto del meticoloso lavoro di Fulvio Benazzoli, trentino doc, ha trovato giusta espressione grazie alle due figlie, Claudia e Giulia, che dell’azienda portano avanti i frutti con dedizione e personalità.

A Pastrengo in località Costiere, sulle colline della parte orientale del Lago di Garda, Claudia enologa e Giulia wine manager sono le attente ed orgogliose vinificatrici del Trento doc Riserva dosaggio zero Fulvio Benazzoli, 100 % chardonnay delle vallate trentine nei paraggi di Nogaredo, prima annata 2019 con sosta di 40 mesi sui lieviti, metodo classico che esprime 12,5% volumi alcol con sboccatura ottobre 2023.

Dorato, vivace il colore, pizzicore stuzzicante, la spuma è di color avorio, di consistenza e persistenza; le bollicine che si sviluppano nel calice sono numerose e fini. I sentori pieni di panificazione e lievito tratteggiano il perimetro alla pesca gialla, alla mela cotogna e rendono l’olfatto attraente. L’ottima sapidità in equilibrio con acidità viva ma mai ingombrante e una buona nota ammandorlata lo rendono essenziale e fedele espressione del territorio di origine. Immaginiamo una farinata di ceci e salumi del territorio o, perché no, un calice da sorseggiare con amici in una calda serata estiva.

Luca Zenato

Il Giornale di Vicenza

27 giugno 2024

Trento doc a Pastrengo / Stefano Cirilllo

Un Trento Doc… made in Veneto? Proprio così. Il “Trento Doc Riserva 2019 Benazzoli Fulvio dosaggio zero” ha stupito per essere il primo spumante realizzato col metodo classico dall’azienda Benazzoli. Originaria del Trentino, la famiglia Benazzoli si è trasferita a Pastrengo, dove le sorelle Claudia e Giulia, che rappresentano la quarta generazione, stanno proseguendo sulla via tracciata prima da nonno Vittorio e poi da papà Fulvio, a cui è dedicato il pas dosè. E con questo Trento Doc le sorelle Benazzoli hanno voluto tornare alle proprie radici, grazie alla collaborazione con un conferitore che dispone di vigneti sulle colline sopra Rovereto, in Vallagarina.Solo uve chardonnay, pigiatura delicata e fermentazione in acciaio a temperatura controllata. Il vino resta quindi a maturare sui suoi lieviti per 40 mesi, per ottenere così grande complessità e finezza. Alla vista il perlage è di buona finezza, mentre al naso profuma di fiori di sambuco, mela e croissant. In bocca è morbido e fragrante, quasi setoso, e lascia sentori fruttati e salati. La sua versatilità lo rende adatto come aperitivo e tutto pasto.

Wine News

Maggio 2024

Lo Spumante Dosaggio Zero Fulvio Benazzoli Riserva 2019 è ottenuto da sole uve Chardonnay, coltivate in Vallagarina, maturando sui suoi lieviti per 40 mesi. Dal perlage di buona finezza, profuma di mela, fiori di sambuco e pan-brioche. In bocca il sorso è morbido e fragrante, sviluppandosi cremoso e terminando in un finale dai ritorni fruttati e dagli accenti iodati. A guidare l’azienda della famiglia Benazzoli, che ha mosso i suoi primi passi negli anni Settanta del secolo scorso, ci sono le sorelle Claudia e Giulia Benazzoli, che rappresentano la quarta generazione impegnata nel mondo del vino, continuando nel percorso segnato prima dal nonno Vittorio e poi dal padre Fulvio. Benazzoli si trova a Pastrengo, tra la Valpolicella e il lago di Garda e in prevalenza per i suoi vini utilizza le varietà Corvina, Rondinella, Molinara, Croatina, Corvinone, Rondinella e Pinot Grigio, che alimentano un portafoglio etichette diviso tra le denominazioni del Bardolino e della Valpolicella. Alla prima appartengono le etichette “Agata” (Pinot Grigio), Bardolino Chiaretto “Tecla”, Bardolino “Dafne”, “Giava” (Corvina) e il passito “Minerva” (da uve Garganega). Alla seconda, invece, appartengono un Amarone, un Ripasso e un Valpolicella Superiore. A completare la gamma due spumanti: un rosato Charmat “Femme Fatale” (da uve Corvina e Rondinella) e il Metodo Classico trentino, oggetto del nostro assaggio.

Lavinium

Maggio 2024

Trento doc Riserva Dosaggio Zero 2019

Continuiamo a parlare di Trentodoc per il semplice fatto che in Italia, la suddetta denominazione, è in grado di vantare la produzione di alcune tra le bollicine più interessanti e caratterizzate. Le motivazioni sono molteplici: un clima particolarmente favorevole e ricco di escursioni termiche tra il giorno e la notte, le pendenze importanti dei vigenti; infine i terreni, ricchi di calcare e svariati altri microelementi, gli stessi che concorrono a donare al vino sapidità, freschezza e capacità evolutive di tutto rispetto.
Mi è capitato personalmente di stappare bottiglie anche a 10-15 anni dalla sboccatura, e il risultato all’interno del calice a tratti è parso surreale in termini di piacevolezza, vigoria e soprattutto bontà. Ben consapevole riguardo a tutto ciò, la famiglia Benazzoli ha deciso di puntare anche sul Trentodoc mediante una nuovissima etichetta dedicata a Fulvio Benazzoli, il fondatore della storica cantina la cui sede oggi è situata a Pastrengo, piccolo borgo in provincia di Verona. La storia dell’azienda in realtà ha inizio nel pittoresco comune di Serravalle all’Adige (TN). Tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Cinquanta, Onorio e il figlio Vittorio Benazzoli iniziano a coltivare alcuni ettari di vigneto. Quest’ultimo tramanda la stessa passione di famiglia al figlio Fulvio, mettendo a fuoco soprattutto i valori legati alla tradizione e alla profonda responsabilità e amore per il proprio territorio; il vero patrimonio da difendere ad ogni costo.

Giulia e Claudia Benazzoli
Giulia e Claudia Benazzoli

Il giovane Fulvio sente questa responsabilità e soprattutto avverte una spinta emotiva che lo porta a diplomarsi come enologo presso il noto Istituto agrario di San Michele all’Adige (TN). Gli anni Settanta rappresentano l’epoca in cui la famiglia Benazzoli, spinta da un profondo desiderio di innovarsi e da una forte vocazione imprenditoriale, decide di acquistare i primi vigneti tra le affascianti colline della Valpolicella e le sponde del lago di Garda, migliorando sempre più l’approccio enologico nettamente orientato nei confronti della qualità. La famiglia di cui parlo, oggi, è arrivata alla quarta generazione mediante le due figlie di Fulvio: Claudia e Giulia, che dal padre hanno preso soprattutto la determinazione e la volontà di fare bene e soprattutto farlo con estrema costanza. Una sorta di marchio di fabbrica insomma. Tutti assieme decidono di trasferirsi alla fine degli anni Novanta in provincia di Verona, nel comune di Pastrengo.
Le due sorelle crescono insieme all’azienda, imparando dal proprio padre tutti i segreti del mestiere, dando vita attorno al 2009 alla loro linea di imbottigliato dal marchio Benazzoli. Dopo la prematura scomparsa di Fulvio, oggi, Claudia e Giulia continuano l’importante eredità del padre, rimanendo salde al timone dell’azienda e cercando di imprimere attraverso un calice di vino le peculiarità di uno tra i territori vitivinicoli più importanti del bel Paese. La proprietà conta 28 ettari di vigneti nei comuni di Pastrengo e Bardolino e altri 2 ettari tra le colline di Sant’Ambrogio di Valpolicella. L’altitudine varia tra i 200 e i 500 m s.l.m., vengono prodotte annualmente 60.000 bottiglie. Stati Uniti, Canada e nord Europa i principali mercati di riferimento che assorbono circa il 60% della produzione. Con l’intento di approfondire, in futuro, la gamma per così dire “classica” dell’azienda Benazzoli – alludo ai vari Bardolino, Valpolicella e Amarone – è arrivato il momento di offrirvi il nostro punto di vista sul Trentodoc Riserva Dosaggio Zero 2019.
Prima annata prodotta. Rappresenta il frutto di un lungo lavoro meticoloso, e di ricerca, avviato da Fulvio Benazzoli la cui volontà era quella di un classico “ritorno a casa”. Alludo alle amate valli trentine dove risiedono le radici della propria famiglia. L’idea di produrre un metodo classico fedele al territorio e alle peculiarità che hanno reso celebre il Trentodoc, ovvero freschezza, nerbo acido, sapidità e capacità evolutive. Le vigne in questione sono situate in Vallagarina, tra le colline di Rovereto. Il suolo da queste parti è calcareo, ricco di scheletro e minerali quali ardesia e basalto. Sconta una permanenza sui lieviti di 40 mesi, non viene aggiunta alcuna liqueur d’expedition. Una scelta forte, coraggiosa, caratteristiche che da sempre hanno contraddistinto il carattere di Fulvio Benazzoli. Uve chardonnay in purezza, il vino mostra una tinta luminosa, solare, paglierino caldo altresì amplificato da un perlage eseguito a regola d’arte. Il naso è un profluvio di sentori freschi che rimandano alle montagne trentine: fiori di campo, fieno secco, menta peperita, sambuco, ma anche tonalità dolci che ricordano la pâtisserie, con incursioni di mela Golden Delicious e una chiusura nettamente minerale che richiama il calcare.
Un sorso lunghissimo che colpisce per timbro gustativo, sapidità, nerbo acido e cremosità del perlage; finale pulitissimo giocato su note balsamiche coerenti al naso. Ho particolarmente apprezzato l’evoluzione nel bicchiere anche, o forse soprattutto, a diversi minuti dalla mescita. Abbinato ad un crudo di gamberi con maionese di avocado, pepe rosa e lime sa il fatto suo. Cinque chiocciole strameritate, un esordio indubbiamente riuscito.

Donne sul Web

Aprile 2024

Giulia Benazzoli: “Donne e vino? Portiamo cambiamento, ma senza bandiere rosa”

Giulia Benazzoli gestisce insieme alla sorella Claudia l’azienda vitivinicola di famiglia. Raggiunta da DonneSulWeb in occasione di Vinitaly, ci ha raccontato cosa vuol dire per una donna lavorare nell’ambiente del vino.

L’ambiente del vino è ancora “al maschile”? Per scoprirlo, abbiamo parlato con Giulia Benazzoli, titolare insieme alla sorella Claudia dell’azienda vitivinicola che porta il loro cognome.

Quarta generazione di una famiglia di vignaioli, Giulia e Claudia hanno portato il proprio tocco personale all’azienda che, pur essendo “Made by Women“, punta a portare sulle proprie etichette una firma personale più che dei meri slogan.

E quale ambiente migliore per parlare di ciò di Vinitaly, una delle fiere più importanti del settore a livello internazionale? Davanti a un buon bicchiere di rosato, Giulia ha dunque raccontato a DonneSulWeb della propria azienda e della propria famiglia, ma anche di cosa voglia dire essere donna nel mondo del vino, distribuendo infine preziosi consigli alle appassionate che sognano di lavorare in questo ambiente così affascinante.

Di seguito, dunque, la nostra intervista.

giulia benazzoli
Giulia Benazzoli, donne e vino in occasione di Vinitaly 2024

Partiamo dal principio: ci racconti un po’ di voi e dell’azienda Benazzoli?
«La nostra famiglia è di origine trentina, ma negli anni Ottanta e Novanta nostro nonno e nostro padre si sono spostati in Valpolicella e sul Lago di Garda. In passato l’azienda si occupava solo di commerciare il vino, ma dal 2009, con l’arrivo mio e di Claudia, abbiamo anche cominciato a produrre prodotti nostri».

Come nasce la passione per il vino e quando hai capito che sarebbe stato il tuo futuro?
«Io e Claudia siamo cresciute in una famiglia che è ora arrivata alla quarta generazione di vignaioli. I nostri ricordi di gioventù sono legati al mondo del vino, ai lavoratori che si recavano in campagna per curare le vigne, quindi la nostra è una passione sostanzialmente innata».

Sul vostro sito si legge “Benazzoli: Made by Women”. Cosa porta una donna in questo ambiente?
«Sicuramente porta cambiamento, soprattutto quando si tratta di promuovere un prodotto in un ambiente ancora prettamente maschile. Noi però guardiamo innanzitutto alle persone, uomini e donne, senza sventolare “bandiere rosa”. Quello che cerchiamo di fare è portare la firma mia e di Claudia».

Quando avete preso in mano l’azienda, avete incontrato delle difficoltà in quanto donne? Il mondo vitivinicolo è ancora considerato un ambiente “al maschile”?
«Sì, è un ambiente “al maschile”, ma più che altro perché alle spalle c’è un lavoro di campagna in cui spesso la parte maschile è importante. Sicuramente all’inizio ci sono state delle difficoltà, ma sono state “imprenditoriali” e non derivanti dal fatto che io e Claudia fossimo donne. Parliamo di problematiche al 100% lavorative e che noi abbiamo poi gestito a modo nostro».

cantina giulia e claudia benazzoli
Uno scorcio della cantina Benazzoli, oggi gestita dalle due sorelle Giulia e Claudia

Qual è l’aspetto che vi rende più fiere del lavoro svolto sin qui?
«Ciò che ci rende più fiere siamo noi, il nostro essere consapevoli e appartenenti al territorio, la nostra etica e il nostro rispetto. Le generazioni precedenti ci hanno insegnato cosa voglia dire appassionarsi a questo ambiente e lavorarci. Il vino poi ti spinge a girare il mondo perché è qualcosa di molto vasto. Dietro una bottiglia c’è un mondo da conoscere a 360°».

Cosa vuol dire lavorare con la propria sorella? Magari non è sempre facile separare famiglia e lavoro…
«Lavorare con la famiglia è difficile tanto quanto lavorare con un collaboratore. A volte io penso bianco e Claudia pensa nero, ma questa è la vita. La famiglia comunque è sempre la famiglia, tutto si muove attorno a essa. Chiaramente ci sono caratteri e sfumature diversi, ma è bello compensarsi e mediare».

Che consiglio ti senti di dare alle giovani appassionate di vino che sognano di diventare imprenditrici in questo ambiente?
«Di perseverare. I frutti si raccolgono non oggi, non domani, ma negli anni. Questa cosa l’ho capita forse un po’ tardi, ma nel mondo del vino non deve esserci fretta: il tempo della vigna, per natura, è lento; basti pensare che il suo periodo di vita è di circa venticinque anni. Questo però non vuol dire rimanere indietro: noi produttori dobbiamo infatti essere bravi a coniugare la velocità delle nuove tecnologie con questa naturale lentezza. Servono progetti a lungo termine, con proiezione negli anni, e serve cercare di migliorarsi di continuo e con costanza e perseveranza».

Chiudiamo con una domanda sul Vinitaly, la manifestazione che ci sta ospitando: cosa vuol dire per voi essere qui?
«Vinitaly per noi è essere a casa. Nonostante le origini trentine Verona è la nostra città, e questa fiera per noi è cruciale. Qui incontriamo e abbiamo modo di relazionarci con distributori e operatori italiani e internazionali. Per noi sono quattro giorni full immersion in cui ci dedichiamo totalmente a un evento che per noi è il più importante dell’anno».

Il Golosario

Aprile 2024

I nostri migliori assaggi di aprile.

‌Un progetto nato dall’impegno nella viticoltura di due sorelle, Claudia e Giulia Benazzoli, brave a sottolineare questa peculiarità di un vino “fatto da donne” grazie alle grafiche di Stefano Torregrossa e Luca Quagliotti. Nell’ampia produzione spiccano il Chiaretto di Bardolino “Tecla” 2022 ha colore rosa antico, con naso di fragolina, agrumi e menta in bocca. In bocca è secco con una spiccata acidità. Il Bardolino “Dafne” 2022 rispecchia le caratteristiche di questo vino: naso pulito, ricco di frutta, in bocca è morbido, immediato.

Identità Golose

Aprile 2024

Bollicine del Mondo, 11 etichette consigliate dai nostri esperti.

Trento Doc Riserva 2019 Benazzoli Fulvio Dosaggio Zero – Benazzoli, Trentino
Azienda agricola vitivinicola al femminile, siamo a Pastrengo, città cara agli storici risorgimentali: due sorelle animate da uno spirito enoico che si tramanda da nonno Vittorio a padre Fulvio, Claudia e Giulia accendono il loro desiderio attraverso le radici che si spostano dal Trentino al Veneto e al Trentino ritornano. Le sorelle Benazzoli, omonima azienda, vini sinceri di respiro e anima, di territorio già in Valpolicella, traducono lo stesso saper fare in Vallagarina, nel rispetto di una bollicina di montagna che oggi vive sotto il brand Trento Doc. Prima annata, 2019, poche bottiglie di un vino non dosato sapientemente equilibrato, elegante e indimenticabile. Chardonnay, metodo classico, quaranta i mesi sui lieviti, colore vivo e brillante, naso che spazia dalla mela al pan brioche non senza lasciare qualche rotonda e avvolgente nota sapida. Sorso pieno e corposo, appagante tanto per un aperitivo in città quanto in uno chalet d’alta quota, ideale anche per un percorso gastronomico a tutto tondo.
Luca Turner

L’Arena

29 aprile 2024

Le giovani del vino: “Noi e il coraggio di creare innovazione”

‌Se l’imprinting è stato dato dal papà Fulvio, a cui quest’anno hanno dedicato una riserva Trento doc in onore delle loro origini e per coronare il sogno di uno spumante metodo classico, di fatto oggi controllano al 100% la piccola azienda familiare con una produzione media di 70mila bottiglie. «Noi siamo in ogni scelta che viene effettuata» continua Giulia. «Nostro padre, del resto, ci ha insegnato a non demordere e ci ha messo alla prova senza esitare nell’attività di vendita.»